CHI SIAMO

La nostra storia

L’Associazione di studi e ricerche di Psicologia Giuridica si è costituita nel 1985 con lo scopo, senza fini di lucro, di studio, ricerca e insegnamento post-universitario per la formazione di esperti nel settore delle scienze psicologiche e giuridiche, con indirizzo prevalentemente umanistico, e, nel 1989, ha conseguito il riconoscimento della personalità giuridica privata da parte della Regione Piemonte.

L’intento dell’Associazione, di cui fanno parte psicologi, magistrati, avvocati, forze dell’ordine, consulenti tecnici, assistenti sociali, ed altri operatori particolarmente sensibili ai problemi umani e consapevoli dell’importante significato sociale del proprio modo di porsi nei confronti del cittadino che chiede giustizia, ovvero è sospettato di aver commesso un reato, non è semplicemente quello di fornire una conoscenza teorica, ma soprattutto quello di promuovere, per coloro che lo desiderano, degli strumenti conoscitivi ed operativi utili ad affrontare la propria funzione con maggiore professionalità e capacità di avvicinarsi il più possibile alla comprensione reale dei fatti che dovranno essere valutati sotto il profilo giuridico.

Sono stati costantemente svolti cicli di seminari e incontri, cui hanno anche partecipato magistrati in tirocinio.
Nel giugno del 1990 l’Associazione ha organizzato, con il sostegno della Cassa di Risparmio di Torino, dell’Istituto S. Paolo di Torino e della Regione Piemonte, un convegno sulla psicologia giuridica nella formazione professionale del magistrato.

Il 17 e 18 ottobre 2003 è stato realizzato, in collaborazione con la Regione Autonoma Valle d’Aosta e con il sostegno della Fondazione C.R.T., un ulteriore convegno sul tema “violenze e omicidi in famiglia tra psicologia e diritto”, tenutosi in Saint Vincent presso il Centro Congressi Grand Hotel Billia.
L’elevato livello degli interventi, la presenza di illustri esponenti del mondo politico- istituzionale e di eccellenti relatori di diversa estrazione professionale, la partecipazione numerosa del pubblico, con una presenza di circa 430 persone, sia nel primo che nel secondo giorno, e l’entusiasmo suscitato – nonostante la gravità dei temi trattati – non solo tra i “tecnici” e gli operatori del settore, ma anche tra i comuni cittadini, compresi molti giovani e studenti, attesta che vi è stato uno scambio realmente costruttivo.
La pubblicazione degli atti, resa possibile proprio dal contributo della Fondazione C.R.T., ha consentito di rendere durevole nel tempo un evento che ha suscitato reale interesse, nonché stimolo di riflessione e di ricerca.
Il volume è stato presentato nel Salone del Palazzo Regionale della Valle d’Aosta il 23 dicembre 2004 ed ha avuto ampia diffusione sia in Piemonte che in Valle d’Aosta.

L’Associazione negli anni successivi ha costantemente tenuto per magistrati, avvocati, psicologi, forze dell’ordine, consulenti tecnici, assistenti sociali, insegnanti, ed altri operatori, seminari di approfondimento, di diversa durata, con riferimento ai temi riguardanti la comunicazione, sia in ambito lavorativo e professionale, che nei rapporti interpersonali (secondo la psicologia umanistica di Carl Rogers ed il metodo di Mucchielli); è stato trattato il counseling per le professioni di aiuto sociale; la psicologia della personalità, sia normale che patologica; l’ascolto del minore e l’attendibilità delle sue dichiarazioni nei reati di abuso sessuale; elementi di vittimologia; il fenomeno del bullismo, la conflittualità nell’ambito della famiglia e del lavoro ed il modo di affrontarle, sia nel diritto civile che nel diritto penale, con l’ausilio delle scienze psicologiche e criminologiche.
Per tutti i partecipanti ai seminari tenuti presso la sede dell’Associazione il risultato formativo più importante è stato quello dell’acquisizione, non solo di conoscenze teoriche di base, ma soprattutto di significative competenze pratiche (attraverso il lavoro di gruppo e le registrazioni, su video, di simulazioni in aula), quali la capacità di auto osservazione, lo sviluppo dell’abilità di ascolto e di comprensione nella relazione interpersonale.

Foto di Giovanni Zanetti

Negli ultimi anni è stato ancora affrontato, con particolare approfondimento e in linea con la realtà sociale e le norme in continua evoluzione, il tema della tutela delle vittime di reato (si pensi, a puro titolo di esempio, alla introduzione del reato di “atti persecutori” o stalking, alle numerose novità introdotte, sia sotto il profilo penale che di procedura penale, nonché sotto il profilo amministrativo, dalla legge n. 119/2013 sulla violenza di genere, c.d. femminicidio, al decreto legislativo 212/2015 sulle vittime di reato, alla legge sul c.d. Codice Rosso, entrato in vigore il 9 agosto 2019).

Successivamente sono stati effettuati approfonditi studi e tenuti seminari in tema di giustizia riparativa, con particolare riferimento alla “Giustizia riparativa e Mediazione penale”.
Per giustizia riparativa si intende una particolare modalità di esercitare la giustizia, in cui, per “riparare” la relazione infranta dall’illecito, è necessario, dopo un percorso da svolgersi separatamente, l’incontro tra vittima e autore del reato e la loro partecipazione, attiva e liberamente scelta, con l’assistenza di un mediatore terzo ed imparziale, che la favorisce (ed ha in effetti un ruolo talora determinante), alla ricomposizione del conflitto ed alla rimozione delle conseguenze del reato.

Tale tipo di mediazione, realizzata, in molti casi con successo, in quasi tutta Italia, dalle Procure della Repubblica presso i Tribunali per i Minorenni (così come avvenuto, a partire dal 2014-2015, sul territorio di Novara, con delega da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta), sia nel corso delle indagini preliminari, sia dopo che una sentenza per gravi fatti è passata in giudicato e la pena in carcere è già stata scontata, in tutto o in parte, dall’autore del reato, ha avuto una proficua concretizzazione, sin dal 2019, anche per gli imputati maggiorenni e le loro vittime (nella fase delle indagini preliminari, quando il reato è procedibile a querela di parte, quando è possibile applicare l’istituto della messa alla prova con conseguente possibile estinzione del reato di cui alla legge n. 67 del 2014, in alcune situazioni familiari in cui prevale una conflittualità con posizioni paritarie tra i coniugi), presso la Procura della Repubblica di Novara (in cui le funzioni di Procuratore sono state svolte dal 13 dicembre 2016 al 7 maggio 2020 dalla dott.ssa Marilinda Mineccia, Presidente della Associazione), ben prima, quindi della introduzione della riforma Cartabia che, in attuazione di direttive europee, lo ha previsto con legge delega 134/2021 e quindi con il d.lgs. 130/2022.

Dal 29 settembre 2020 l’Associazione di Studi e Ricerche di Psicologia Giuridica di Torino è entrata a far parte del Protocollo di Intesa per la Costituzione e l’avvio del Centro di Giustizia Riparativa di Novara, sottoscritto in data 18.4.2019 dal Sindaco di Novara, dal Comando della Polizia Locale di Novara, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni del Piemonte e della Valle D’Aosta, dalla Procura della Repubblica di Novara, dall’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Torino (UIEPE), dall’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Novara (UEPE), dall’Ordine degli Avvocati di Novara, dall’Associazione “La logica del Cuore”, dall’Associazione “Cammino – Camera nazionale avvocati per la persona, le relazioni familiari e i minorenni”, dall’Associazione “Liberazione e Speranza”, dall’Associazione “OrientaMente”, dalla Diocesi di Novara, dal “Centro Mediazione di Torino”.
L’Integrazione del Protocollo di Intesa è stata approvata dalla Giunta Comunale con deliberazione n. 15 del 19.1.2021.

Nel 2023 è stata istituita una ulteriore sede dell’Associazione a Novara, in via dei Cattaneo 15.

L’Associazione ritiene che la ricerca scientifica multidisciplinare, con particolare riguardo alla psicologia ed al diritto, indirizzata alla pratica di professioni che ricoprono nella società un ruolo molto delicato, oltre che significativo, possa contribuire ad una sempre maggiore sensibilizzazione ai valori del profondo rispetto della persona, indispensabili per una autentica crescita sul piano umano e sociale.